La nostra visione è per una comunità sana nella regione di Gurage e per l’accesso a un’assistenza sanitaria dignitosa per chiunque ne abbia bisogno. Fondamentale per raggiungere questo obiettivo è lo sviluppo delle capacità di nuovi operatori sanitari e l’aggiornamento delle competenze esistenti per garantire un cambiamento sostenibile.
Le borse di studio finanziate da Engera hanno sbloccato il potenziale di diversi membri della comunità locale che ora sono parte integrante del team sanitario.
Per quasi due mesi, due medici italiani, Danilo e Agnese, hanno lavorato nel reparto pediatrico dell’ospedale di Attat, in Etiopia. In questa intervista con il medico etiope Eyosiyas Arega, parlano delle loro esperienze, delle sfide e delle preziose lezioni che possiamo imparare gli uni dagli altri attraverso la collaborazione sanitaria globale. Questa conversazione sottolinea l’importanza dello scambio interculturale e l’impatto duraturo che può avere sulle pratiche sanitarie in tutto il mondo.
Agnese & Danilo: Siamo due medici in formazione specialistica presso l’Ospedale Meyer dell’Università di Firenze. Se per Danilo questa è la quinta esperienza, Agnese inizia con questo progetto il suo percorso nella cooperazione internazionale in Africa. Entrambi siamo venuti a conoscenza dell’associazione Engera lavorando a contatto con il presidente Francesco Silenzi e il vice-presidente Giuseppe Indolfi. La loro passione e dedizione per i progetti di Engera in Etiopia, ci hanno subito convinto a fare attivamente parte di questo gruppo. L’occasione di poter inaugurare la collaborazione con l’Ospedale di Attat, supportata dal prezioso aiuto della Dottoressa Maria José Caldes direttrice del Centro Salute Globale della regione Toscana, è stata per noi motivo di grande orgoglio. Per questa ragione vorremmo ringraziare la nostra direttrice di scuola di specializzazione, la Professoressa Chiara Azzari, che ci ha permesso di poter partecipare a tale progetto.
Agnese & Danilo : Arrivati presso l’Ospedale di Attat ci siamo subito resi conto dell’enorme mole di pazienti a cui questo presidio è chiamato a dare assistenza. Nonostante i grandi numeri, l’Ospedale risponde alle esigenze dei suoi pazienti in maniera ottimale, soprattutto se si prende in considerazione la scarsità di risorse, sia umane sia strumentali, a disposizione. L’illuminata gestione da parte del responsabile sanitario della struttura (Suor Rita Schiffer) è encomiabile.
Agnese & Danilo: Sin dal primo giorno di lavoro il personale sanitario locale si è dimostrato aperto ad ascoltare i nostri suggerimenti in merito ai percorsi diagnostico-terapeutici dei piccoli pazienti. Ci è stata data la possibilità di avere dei momenti finalizzati allo scambio di conoscenza clinica, attraverso meeting settimanali con i medici dell’ospedale. Una preziosa conquista è stata la progressiva fiducia accordataci dal personale infermieristico. Infatti, sia per la presenza di un’importante barriera linguistica sia per la necessità di non stravolgere i ritmi del lavoro di reparto, gli infermieri locali sono stati inizialmente più prudenti nell’accogliere le nostre proposte di modifica dei canonici iter diagnostico-terapeutici (come per esempio l’allungamento della durata delle terapie antibiotiche endovenose).
Agnese & Danilo: La giornata all’Ospedale di Attat comincia con le visite dei pazienti ricoverati presso il reparto di pediatria. Il giro è realizzato in team, con l’ausilio di un infermiere e di un medico locale. Durante questo momento sono condivisi i piani di cura con le famiglie dei piccoli malati, che sono attivamente ascoltate nelle loro peculiari esigenze di gestione degli ampi nuclei familiari. Terminate le visite in reparto, si fornisce supporto alla Neonatal Intensive Care Unit, che funziona in maniera eccellente, anche grazie al costante supporto economico e professionale fornito dall’associazione di pediatri di famiglia del Trentino Alto Adige (CCWW). La giornata prosegue con le visite presso l’Outpatient Pediatric Department, dove, ogni giorno, circa cinquanta bambini sono sottoposti a valutazioni pediatriche specialistiche. Tra i nostri compiti figura anche la reperibilità per la gestione condivisa delle emergenze pediatriche presso l’Emergency Room dell’ospedale.
Agnese & Danilo: Le malattie infettive in Etiopia fanno ancora la parte del leone nell’attività quotidiana del pediatra. Dai dati raccolti fino a oggi, si evince che le infezioni più frequenti sono: polmoniti, gastroenteriti (tra cui febbre tifoide e infestazioni parassitarie), infezioni cutanee e malaria. Altro grande ambito d’intervento presso l’ospedale di Attat è rappresentato dalla traumatologia, con particolare riferimento a morsi di animale, traumi contusivi e ustioni.
Agnese & Danilo: Il contatto con la realtà di un ospedale di riferimento per una popolazione stimata di circa un milione di persone espone a emozioni forti, sia positive sia negative. Una grande soddisfazione è derivata dall’aver risolto un’estesa ustione da acqua bollente su una bambina di tre anni. Per farlo sono stati necessari più di venti giorni di ricovero e numerosi cambi di medicazione, ma il risultato finale ha superato ogni attesa. Un senso d’impotenza totale è invece derivato dall’impossibilità di poter fornire le cure adeguate a un bambino giunto in pronto soccorso con edema polmonare acuto, dovuto a insufficienza renale cronica in stadio terminale, che avrebbe avuto bisogno di un trattamento dialitico ponte al trapianto renale.
Agnese & Danilo: La maestria del personale locale nella gestione delle risorse a disposizione è per noi fonte di grande d’insegnamento. Negli ospedali occidentali, infatti, può capitare di richiedere esami non strettamente necessari o di performare procedure superflue, mentre qui ogni azione clinica è messa in atto solo se realmente finalizzata a impattare sulle necessità del malato.
Agnese & Danilo: Il poter confrontarsi con pazienti di elevata complessità e gravità in un contesto a risorse limitate permette di non farsi suggestionare dai casi di minore entità. Alle nostre latitudini, sia per volontà dei genitori sia per principi di medicina difensiva, si tende a medicalizzare eccessivamente bambini che non ne avrebbero bisogno. L’avere esperienza con bambini sofferenti per malattie iperacute o croniche trascurate, siamo convinti, ci aiuterà a risparmiare trattamenti superflui ai nostri pazienti in Italia.
Agnese & Danilo: Un valore trasversale sia alla cultura etiope sia a quella italiana è l’ospitalità. Sebbene i ritmi di vita differiscano parzialmente, non è mai mancata una calda accoglienza nelle attività svolte insieme alla popolazione locale. Dalle cerimonie del caffè alle pause merenda, è sempre stato un piacere condividere la convivialità. Ciò che invece ha richiesto un adattamento da parte nostra è il modo di calcolare il tempo in Etiopia. Per esempio, abbiamo festeggiato il capodanno per l’inizio del 2016 durante il nostro 11 Settembre 2023 e abbiamo calcolato in maniera diversa rispetto al personale locale le ore di digiuno di un paziente perché qui le 00.00 corrispondono al sorgere del sole.
Agnese & Danilo: Uno degli obiettivi a cui teniamo di più è migliorare la gestione del dolore, correlato sia alle procedure invasive sia alle patologie stesse. Un primo passo in questa direzione è stato fatto cercando di promuovere delle blande sedazioni periprocedurali durante l’esecuzione delle medicazioni avanzate per i piccoli pazienti ustionati, feriti o con ascessi cutanei. Un obiettivo a lungo termine è invece rappresentato dal poter implementare i protocolli interni dell’ospedale di Attat, per la gestione delle patologie più frequenti, sfruttando l’ausilio di specialisti del nostro presidio ospedaliero fiorentino.
Agnese & Danilo: Uno dei grandi pregi del nostro Paese è avere un Sistema Sanitario Nazionale che permette un accesso universale e gratuito alle cure. Qui in Etiopia in molte occasioni ci siamo trovati a dover rivedere i nostri interventi terapeutici per via delle limitazioni economiche di alcuni pazienti. L’accesso alle cure a pagamento, infatti, determina una peggiore gestione delle patologie croniche, poiché esse spesso richiedono follow-up lunghi ed economicamente onerosi. Dell’Etiopia ci mancheranno i sorrisi dei nostri pazienti guariti, il supporto dei nostri colleghi locali e l’ospitalità delle suore che ci hanno accolto. Da tutti loro abbiamo tratto insegnamenti che faranno parte del nostro bagaglio professionale e umano per il resto della nostra carriera.
Agnese & Danilo: A chi riceverà il nostro testimone auguriamo di potersi entusiasmare quanto noi nel vedere come dalla cooperazione internazionale tra professionisti sanitari possano nascere progetti in grado di cambiare la vita delle persone. Il nostro consiglio più prezioso è quello di entrare in questo mondo in punta di piedi, per poter comprendere in maniera ottimale quelle che sono le reali esigenze dei nostri interlocutori. In questo modo sarà possibile accompagnare la popolazione locale attraverso un progressivo miglioramento delle condizioni socio-sanitarie del territorio.
Siamo un’associazione no-profit fondata e costituita da medici, infermieri e Volontari che a titolo personale si sono impegnati e si impegnano nell’ambito dell’assistenza socio-sanitaria in Etiopia.